Castelli e Monumenti - Comune di Carpaneto Piacentino (PC)

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CASTELLI E MONUMENTI

Nel territorio del Comune di Carpaneto Piacentino sorsero in passato numerosi castelli, testimoni della storia locale.

 

Castello di Magnano

Certamente il più suggestivo e originale è il Fortilizio di Magnano di cui si hanno riferimenti storici a partire dal XII secolo quando lo si cita nel Liber Mancassola. Fino alla fine del Settecento la proprietà rimase degli Scotti e, dopo il matrimonio avvenuto con una nobile degli Scala, prese il nome di Scotti-Scala. Il castello sorge in una posizione particolare, sull'accidentata sommità di una collina che ne ha condizionato la struttura: un trapezio irregolare. Il corpo di fabbrica è composto da tre massicci paramenti in sasso, con inserti in laterizio, orlati di solida merlatura guelfa e muniti di due torri: una quadrata verso occidente e l'altra circolare a meridione. La costruzione si differenzia notevolmente dagli altri castelli piacentini sia per l'insolita geometria di pianta che per l'inconsueta esemplarità costruttiva. Deve essere segnalata inoltre la settecentesca Chiesa di San Michele Arcangelo, rimaneggiata a fine Ottocento dove una lapide marmorea, murata nella parte sinistra della facciata, porta incisi i nomi dei caduti in guerra.

 

Castello di Travazzano

Sempre sulle colline della Val Chero si incontra Travazzano. Comunello dal 1806 al 1812, grazie al suo fortilizio denomnato Trabacianum, nel XI secolo fu rifugio per i nobili fuoriusciti dalla città. Nel 1216 venne ricostruito e venne occupato dai corpi armati di Re Enzio. Successivamente nel 1435 subì alcune modifiche per mano di Alberto Scotti. Oggi il castello conserva due torri, una quadrata e l'altra circolare, delle quattro originarie poste ai vertici della struttura rettangolare.

 

Castello di Badagnano

Il castello di Badagnano risale al XIV secolo. Le uniche fonti sicure riguardano notizie sulle famiglie che lo abitarono. Infatti fu proprietà dei Dal Pozzo e dei Landi fino a passare ai Tavasca che lo gestirono fino all'800. La sua funzione era quella di protezione e di difesa dell'accesso alla valle piacentina. Piuttosto isolato sorge l'eremo di San Espedito. A Badagnano inoltre è situata la stazione numero due del parco regionale del Piacenziano. La peculiarità della RIserva Naturale Geologica del Piacenziano, che la rende unica nel panorama delle aree protette regionali, è di essere istituita a tutela degli affioramenti di rocce sedimentarie.

 

Castello di Celleri

Sulla riva destra del Vezzeno, in zona interna rispetto alla strada provinciale che conduce a Gropparello, sorge il Castello di Celleri, fortilizio del 1200 originariamente costituito da una torre ancora visibile nell'angolo sinistro della corte principale, alla quale nel 1400 si è aggiunto un nuovo edificio più grande che diventa Castello. Attualmente gran parte dell'edificio appartiene al cav. Filippo Tibertelli De Pisis, discendente da un'antica famiglia guelfa.

Storia dell'edificio e dei personaggi: scarica l'opuscolo a cura del prof. Sandro Romiti e del dott. Pietro Scottini.

 

Castello di Zena

A qualche chilometro da Carpaneto si innalza il Maniero di Zena, oggetto di un attento e rigoroso restauro che ha messo in luce pregevoli affreschi e sovraporte. Nel salone d'onore si trova un grande camino sormontato dallo stemma gentilizio in affresco di Casa Farnese. Del castello si hanno notizie storiche risalenti al XIII secondo quando venne distrutto da fanti e cavalieri. Durante i secoli la fortezza è stata proprietà di diverse famiglie e dalla seconda metà dell'800 risulta in possesso della famiglia Perotti.

 

Castello di Cerreto Landi

A poca distanza da Zena si erge il Castello di Cerreto Landi. I primi documenti risalenti al 1385 indicano Oberto Landi, di provata fede ghibellina, quale unico proprietario del castello. Nel 1736 la Camera Ducale assegnò il feudo al gen. Gian Angelo Gazzola, ambasciatore di Casa Farnese in Inghilterra. In seguito al matrimonio della contessa Antonia Giacometti con il conte Guido Gazzola avvenuto nel 1837 la proprietà del feudo venne unificata. L'edificio conserva quasi intatte le sue originarie strutture castrensi articolate su una planimetria rettangolare e rinforzate su tre lati da torri angolari quadrate e dal torrione d'ingresso, nel quale sono ancora evidenti gli incastri delle catene del ponte levatoio.

 

Castello di Case Bruciate

Del Castello di Case Bruciate si hanno notizie storiche risalenti al XI e XIV secolo. Si narra che il nobile Corrado Confalonieri appiccò un incendio involontariamente durante una partita di caccia, per questo l'edificio prese questa denominazione. Si presenta come una struttura composta da tre piani con una torre cilindrica nel lato sinistro che gli conferisce il titolo di castrum.

 

Monumento ai Caduti - Carpaneto

Arrivando in paese in Viale Vittoria si può ammirare il Monumento ai Caduti in guerra progettato e realizzato subito dopo la fine della Prima Guerra Mondialeper ricordare i Caduti di Carpaneto, fu in seguito dedicato anche al ricordo dei carpanetesi caduti nel 1935 nella Guerra d'Africa, a quelli caduti su tutti i fronti della Seconda Guerra Mondiale, ai caduti della Resistenza e ai civili uccisi dalla guerra.

Carpaneto è stato uno dei primi comuni a realizzare il monumento; la sua progettazione, con il contributo di Re Vittorio Emanuele III, fu affidata all'Architetto Prof. Ottorino Romagnoli. Fu inaugurato nel 1921 alla presenza del Ministro delle Terre Liberate, Giovanni Raineri.

 

Monumento ai Caduti - Ciriano 

Il Monumento ai Caduti della frazione Ciriano è stato il primo della provincia dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Costruito per iniziativa dell'allora parroco Don Giovanni Moruzzi, la sua inaugurazione avvenne nel giugno del 1919. Fu costruito nel centro della frazione e, quando si rese necessario allargare la strada provinciale e abbattere alcune case, fu spostato in fondo al piazzale smontandolo pezzo a pezzo e rimontandolo com'era in origine.

 

Monumento ai Caduti - Chero

Nella frazione Chero il Monumento ai Caduti fu costruito nel 1985 per iniziativa degli abitanti. A guidare il comitato fu Don Ferdinando Gobbi, allora parroco della frazione.

 

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